Durante la campagna elettorale che ha portato al secondo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il candidato dei Repubblicani si è spesso attardato a rinverdire un impegno specifico e molto concreto: avrebbe – rapidamente e senza indugi, come da prassi dei suoi comizi – abbassato il prezzo delle uova in America.
La spesa degli statunitensi costa sempre di più, e nel paniere dei prezzi nulla ha la rilevanza politica delle care vecchie uova in cartone: l’anno scorso era stato Trump stesso a indicare il loro costo in crescita come il simbolo di ogni male dell’economia americana (nonché, ovviamente, della mala gestione della cosa pubblica da parte dei Democratici).
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt è già intervenuta sul tema una miriade di volte: a gennaio ha dato la colpa ai prezzi ancora altissimi all’amministrazione precedente, mentre all’inizio della settimana appena trascorsa ha dichiarato trionfalmente che il governo era riuscito a ridurre del 40% i prezzi all’ingrosso del settore. Lo stesso Trump, domenica scorsa, ha detto a bordo dell’Air Force One: «Quando sono arrivato le uova erano alle stelle, e ora sono in calo».
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